Referente UniTrento
prof. Fabrizio Costa (coordinatore)
prof. Fulvio Mattivi
prof.ssa Flavia Gasperi
prof. Eugenio Aprea

Collaborazioni  con FEM
dr. Nicola Busatto
dr. Francesca Populin

L’Organizzazione Mondiale della Sanità da diverso tempo consiglia un continuo e regolare consumo di frutta e verdura fresca nella dieta umana, per il ruolo, ormai noto, che questi prodotti hanno nella salvaguardia della salute umana mediante un importante meccanismo di prevenzione nello sviluppo di importanti malattie croniche. La salute umana a livello globale è anche promossa dalla FAO mediante il rispetto della Food Security. Questi importanti concetti sono resi possibili da una serie di importanti caratteristiche qualitativi-nutrizionali-nutraceutiche dei frutti che si sviluppano durante il processo fisiologico della maturazione, e che differiscono per quantità e rapporti tra le diverse varietà di una stessa specie. La produzione dei frutti, in particolare quella del melo, deve al giorno d’oggi affrontare importanti sfide e superare nuovi ostacoli. Le coltivazioni agrarie, in particolare quelle orto-frutticole, devono oggi considerare importanti cambiamenti climatici in grado di influenzare negativamente la vocazionalità ambientale e territoriale, limitandone, o addirittura impedendone, la coltivazione. Oltre a questo aspetto, la coltivazione delle piante di interesse agrario intensivo deve oggi rispettare la sostenibilità e l’impatto ambientale che le tecniche di coltivazione possono avere sull’intero ecosistema.

La frutticoltura si trova quindi ad affrontare queste sfide tenendo comunque in considerazione le aspettative qualitative da parte del consumatore, in continua ricerca di nuovi prodotti o proprietà. Per questo motivo, oggi più che mai, c’è una reale e concreta necessità di rinnovamento varietale delle principali specie da frutto. Le nuove varietà dovranno essere in grado di fornire più elevati standard qualitativi nutrizionali e nutraceutici nel rispetto della sostenibilità ambientale. Questo è possibile realizzarlo solo mediante la realizzazione di nuove varietà in grado di associare elevate performance qualitative a resistenze genetiche verso le principali malattie. Oggi, infatti, la quasi totalità della varietà frutticole coltivate in pieno campo sono suscettibili a diversi agenti patogeni, aspetto che richiede la necessaria applicazione di composti chimici per il loro controllo. Un altro aspetto importante da considerare, come illustrato nelle nuove linee guida della FAO, è lo sforzo da compiere per la riduzione dello spreco alimentare, che nelle produzioni fresche (frutta e verdura) può arrivare fino al 50% dell’intera produzione. Anche questo aspetto deve essere tenuto in considerazione nel disegno del nuovo assetto varietale, migliorando la capacità di conservazione intrinseca dei frutti e della loro resistenza ai processi fisiologici propri della fase di late ripening. Per questo obiettivo è infatti necessaria una profonda e precisa conoscenza delle basi fisiologiche e genetiche della maturazione dei frutti, fenomeno fisiologico a cui dipendono le varie proprietà qualitative importanti per gli operatori del settore ed il consumatore.

Per raggiungere questi risultati sarà fondamentale un approccio integrato multidisciplinare. Le tecnologie a disposizione consentono oggi di studiare la composizione di interi genomi e l’analisi del relativo varioma in diversi individui, siano essi appartenenti a popolazioni d’incrocio o germoplasma. Le analisi genetiche e la definizione delle varianti alleliche consentiranno, unitamente all’analisi dei vari fenotipi, inclusi le caratterizzazioni metaboliche, di identificare le regioni del genoma coinvolte nel controllo di queste proprietà. Successivi approcci di System Genetics, inclusa la Genetical Genomics consentiranno inoltre la definizione dei vari geni preposti al controllo e regolazione di questi processi.     

La multidisciplinarità e integrazione tra le varie parti e partners rappresenterà il successo di questa articolazione di ricerca. Data la complessità e le molteplici discipline richieste, saranno fondamentali le collaborazioni con colleghi del C3A con esperienze nel settore della metabolomica e della valutazione dei vari parametri qualitativi, considerando anche l’importante ruolo del consumatore. Questa ricerca si dovrà anche avvantaggiare di colleghi e strutture interne della FEM, da tempo coinvolte nello studio della qualità e maturazione dei frutti.

Linee di ricerca:

  • Analisi della variabilità genetica disponibile nelle collezioni e programmi di miglioramento genetico delle principali specie arboree da frutto;
  • Individuazione dei network genici coinvolti nella regolazione dei processi d’interesse;
  • Caratterizzazione delle principali proprietà qualitative del frutto, funzionali sia per il gradimento del consumatore sia per una conservazione sostenibile;
  • Caratterizzazione dei metaboliti con un ruolo attivo per la salute umana;
  • Identificazione dei QTL e regioni genomiche preposte al controllo di queste proprietà;
  • Sviluppo di nuovi strumenti di indagine molecolare-genetica utili per la selezione di nuove accessioni in programmi di breeding.